domenica 18 marzo 2012

La coscienza della solidarietà

{04/09/2011} I problemi della mente, di carattere organico o sociale, aumentarono molto, minacciando la stabilità del soggetto comune. Ogni malato rappresentava lo sviluppo di tutta la famiglia e parte del sistema dello Stato, che non si era preparato per dare supporto ad una calamità senza nome: l'uomo si ammalava di perplessità, scollegato da se stesso.

La percezione del vuoto interno mobilitò milioni di specialisti in tutti i luoghi del pianeta. Molti si unirono per fortificare organismi di sostegno psico-sociale, gruppi di assistenza mentale, psicologica o energetica – o divulgare trattamenti ed orientamento. La scienza progredì enormemente nel campo della cura delle malattie gravi: purtroppo però non vi era mezzo per fornire le cure a coloro che le necessitavano. Alcuni governi distruggevano le licenze e sfidavano le insane leggi di grandi corporazioni.

Crebbe la solidarietà di coloro che riuscivano ad agire con relativa calma durante il cambiamento: era necessario acquisire la conoscenza e la tecnologia per trasformarli in strumenti utili in tutti i campi della vita umana; non solo per l'equilibrio emotivo dell'uomo, l'organizzazione della propria vita, il lavoro, lo studio e il divertimento, ma in questo momento, anche per la sopravvivenza della specie.

L'uomo percepì infine che si era trasformato in nemico del tempo, che ignorava lo spazio, che era incompetente nell'uso della propria energia. L'umanità non sapeva più orientarsi, lavorare, rilassarsi con equilibrio. Non sapeva come stabilire mete reali e come realizzare ciò che voleva realmente. Come poteva quindi prevenire ciò che sarebbe avvenuto? {Cronaca 040}

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